ARTURO CORCUERA
Perú,

La luna è la scorciatoia attraverso la quale fuggono gli innamorati.

ESERCIZI CONTRO L'OBLIO

ARTURO CORCUERANon ricordo di essere nato
ma ormai ne ho l'assoluta certezza.
Dei primi anni ho dei vaghi ricordi:
i primi soldatini, la minestra di verdure
che mi faceva vomitare,
un vestito da moschettiere,
il primo uomo sulla luna.
Poi
la scuola, il basket,
i primi amori - mai corrisposti -
e le solite figuracce dell'adolescenza.
A vent'anni pensavo
che non avrei vissuto oltre i trenta
e arrivato ai ventisei,
che non sarei mai andato oltre i quaranta
- ma già con qualche dubbio -
perché tra una cosa e l'altra
a ventisette avevo conosciuto mia moglie.
Ora penso che la cosa migliore
Sia quella di arrivare almeno agli ottanta
- insieme a lei, naturalmente -
e per questo, nel frattempo,
devo sempre ricordarmi di non morire.

QUESTIONE DI METODO

Quando arrivai a Parigi
Baudelaire era ormai una statua
presa di mira dai piccioni,
Vallejo era sparito tra la pioggia
ed io cercavo testardamente una soluzione.

Come una gabbia silenziosa
il mio treno attraversava l'Europa.

A Barcellona due spacciatori
vendevano suole delle scarpe
al sapore di hashish marocchino
e un avvocato tedesco
si era trasformato in un hippy deforme
nel caldo cordobese.

Arabi e gitani portavano i segreti nei loro occhi
e i coltelli sempre a portata di mano.

Una via di fuga era d'obbligo
per sfuggire all'Inferno.

Città del Messico fu solo un fortuito peccato veniale.

SOMME E RESTI

Tutto era senza tempo.
Quei ritorni veloci da scuola
nei sabati dei primi anni '70
per correre e vedere Stanlio e Ollio alla TV.
Quelle estive partite a calcio sui sassi
e la noia di scale infinite di esercizi al pianoforte.
Quella folla fumante nella tombola natalizia
e la luce di un tardo pomeriggio domenicale
guardando da un letto caldo
il riflesso del sole da una finestra.
Una bicicletta gialla per rincorrere i sogni
una sigaretta segreta su una finestra stretta
per fumarsi il futuro
un vecchio zaino militare per rincorrere il presente.
Quel tempo era fatto d'oro
senza speranze né ostacoli
e non si preoccupava neanche di se stesso.
Oggi non raccontiamoci cose tristi
perché siamo fatti di carne e passato.

SOLILOQUIO DELL'OTTIMISTA

La mia passione
è simile a un violino
con un suono meraviglioso
ma difficile da suonare.

La mia disgrazia
è una parola muta
che ascolta preghiere
mentre bestemmia.

La mia collera
è come uno stivale
lucido e nuovo
ma di tacco crudele.

La vera faccia del mio giorno
a volte sa d'immondizia e cenere
ma è sempre piena di fiori e futuro.

SENTIMENTALISMO URBANO

Sono insopportabilmente felice
e a volte non so come dimostrarlo.
Non mi arrendo all'evidenza
ma mi fascio la testa
prima del tempo.
Insopportabilmente felice
vivo disperato
e spesso agonizzo un po'.
La malinconia è ormai un'abitudine
per ricercare la gloria della pace
e, tra tanti dementi,
un po' di sana follia.

UN VECCHIO FILM

Sembrava proprio un disastro di vita.
Si dormiva nel sacco a pelo
tra i vagabondi di Monaco di Baviera.
Si prendeva a caso il primo treno
verso nessuna destinazione logica.
Ci si perdeva per un'intera giornata
per andare a ubriacarsi di birra & anice
in qualche paesino lontano dalla città.
Si leggeva Kerouac o Bukowski, Salgari o Asterix
e ogni tanto ci scappava anche qualche nottata di sesso.
Che disastro di vita.
Ma c'erano vent'anni di meno
le tasche sempre piene di sogni per il futuro
e di spiccioli per un bottiglione di vino.

MICROUNIVERSO

A volte mi frequento poco
per mancanza di tempo.
Mi rincorro e mi perdo
attorno al mondo
e di tanto in tanto
mi mando a quel paese.
Mi maschero da sogno
e non riesco a decifrarmi.
Quando cado in ginocchio
cerco l'appoggio silenzioso dell'alba
e tutto diventa chiaro
attraverso gli occhi puliti dei figli.

QUARANTESIMO COMPLEANNO

Arriva il momento in cui bisogna tirare le somme.
Ci sono alcune cose che andrebbero chiarite
e altre che sarebbe meglio dimenticare.
Ci sono sempre cose su cui è meglio tacere
e altre che varrebbe la pena ricordare.
Da un po' di tempo mi fanno compagnia
un negro congo al quale piace farsi un rhum e un buon sigaro,
un vecchio arabo alto ed elegante
e un indiano serio col suo copricapo di piume.
Festeggiamo in quattro come fossimo uno
tutti leggermente sbronzi
augurandoci almeno altri quarant'anni.

TESTA O CROCE

E ora a chi appartiene il mio passato,
il mio lato oscuro,
il tempo appassito e denudato?
Ora che si ripete senza conferme,
lacero e vagabondo
o più solido e ordinato,
in quale fiume nuota
nei suoi giorni?
Solo
mi specchio nel viso inesistente di Dio,
nella collera bagnata
di un gioco segreto.

IL MIGLIOR AMICO

Senza pretendere nulla mi guardi
o forse pretendendo il nulla.
Mi ascolti attraverso i tuoi occhi
di storie comuni e spiagge ferite
già sapendo cosa avrei voluto dire.
Chi tra noi ha la pedina del riscatto
tra avventure e malinconie condivise?
Siamo la stessa canzone che invecchia
in un segreto di polvere.
Ho seguito i tuoi consigli che sono anche i miei.
Ho vestito la tua carne e le mie pene
i miei domani e le tue attese.
La mia assenza sarà la tua
mentre ti guardo in uno specchio
pieno di rughe.
Chi tra noi ha in mano la carta vincente?

TEATRO DI OPERAZIONI

Il domatore ha perso la testa
e ha azzannato il leone.
I giocolieri buttano gli occhi in aria
e il pubblico vomita risate
sulle canottiere sporche di cicatrici
degli inservienti ciechi.
I pagliacci piangono
e le scimmie applaudono
mentre fanno l'amore sul trapezio.
La donna cannone soffre d'anoressia
e si è persa con l'ago nel pagliaio.
Un cuore screpolato inghiotte l'ultimo spettacolo.
L'entrata è obbligatoria.
Il biglietto costa trenta denari.

DESTINO DEL PERDENTE

Morirai con il diavolo in corpo
in una notte indecente
con l'odore di zuppa di pesce.
Tra i venti dispersi ai quattro venti
restituirai a Cesare ciò che è di Cesare
sotto la voce di un inno silenzioso
sulla riva della notte.
Tra le righe del finale sbiadito
forse troverai le risposte
a tutte le tue domande:
nulla, assolutamente nulla
perché non c'è niente da sapere.
Morirai con l'occhio infranto
da pezzettini di immagini sdoppiate.
Il tuo ricordo sarà una barca in lontananza
che distrattamente scivola sul mare.

CASANOVA STORY

Era snello, alto e intrepido
leggendario casanova di mille avventure galanti.
Ma poco ricordava
di quei giovani corpi
e dei piaceri del sesso sfrenato
mentre molti tubicini
entravano e uscivano dal suo corpo secco
senza pietà e compassione
e penetravano
nei suoi primi novant'anni.

LUOGHI COMUNI

Il progresso porta la pace
Gallina vecchia fa buon brodo
Liberté, egalité, fraternité
Tutti gli italiani sono mafiosi
e l'Italia è il paese della cultura
I negri ce l'hanno più grande
Gli zingari rubano i bambini
e tutti i bambini sono belli.

Continuiamo così
Facciamoci del male

L'INVIDIA

Se nessuno risponde alla tua chiamata
continua da solo.

TAGORE

L'invidia non ha sesso e non ha anima
non ha idee e difficilmente pensa.
E' come uno squalo affamato che non sa cacciare.
E' come il ladro di bambini
che lui non ha saputo fare.
L'invidia puzza e ha il cuore vuoto
e chi la respira
è solo un ratto affamato
che balla nell'immondizia altrui.

IL SEMAFORO

Ti consiglia di fermarti
rosso come il vino o la vergogna.
Ti avverte che il pericolo è imminente
giallo come un orientale
o una rosa allegra sul balcone.
Ti apre il passo e te lo cede
verde come la speranza
o come l'invidia di chi non vuol vedere.

Arma e salvezza colorata contro il caos.
Esempio di inutilità per il daltonico.

CONTRATTEMPI

La Morte arrivò
con un affanno leggero
temendo di essere in ritardo.

Sugli occhi un trucco pesante
le unghie rosso-sangue
e alle dita anelli di carne.

Quando vide il cadavere
iniziò a singhiozzare
e bianca in viso come un morto
riuscì solo a dire
"Perché non mi ha voluta aspettare!"

LA FABBRICA DELLE DISILLUSIONI

All'angolo di una strada
sta il trafficante di metafore e tormenti
lo spacciatore di dubbi annoiati
e sogni rotti.

Cospiratore in equilibrio sulla paura
tra la folla festante di un nuovo millennio.

Falsi alibi nutrono il passato.

Il resto è solo futuro, un rifugio amaro,
un suggerimento vuoto
verso il mistero.

LUNATICO SENTIMENTALE

Un addio è una mano che si alza
come un fiore solitario,
è un occhio definitivamente chiuso
come la notte.
Un addio è un bambino che piange la sua fame
con le mosche sugli occhi marci,
è un treno che parte lento
come una piccola luce in mezzo al mare.
Un addio è un verso che si chiude umido
come il giorno più malinconico
nella pioggia di ottobre.

IL RIFUGIO

Un bastone, un cappello,
due occhi di gatto,
una bottiglia mezza piena,
un mazzo di chiavi,
un silenzio pesante,
un cappotto, una penombra fresca.
Alcune monete, un libro aperto,
un disco sfregiato,
il fumo che si alza da una sigaretta abbandonata,
una forbice con la sua bocca aperta
sul filo sottile dei nostri giorni.

SOGNI INSONNI

Tra un amplesso e la tristezza
sta il sogno vigile e insonne
attento ad ogni momento
stanco di sognare.

Tra la notte e il desiderio
il sogno sta all'erta
con un bicchiere in mano
e occhiaie di passione.

Tra la luce e la ferita
sta il sogno traboccante
pronto ad agguantare
i primi raggi del giorno.

L'ACROBATA

In equilibrio tra due lingue
con due chiavi tra le dita
che aprono due porte
o non le aprono.

In piedi
in mezzo a due orizzonti
sul bordo di due abissi
che sono le lame di due coltelli
che giorno dopo giorno
fanno sanguinare le mie parole
in due pozzanghere diverse.

NOSTALGIE NATALIZIE

Mi nonna si mise a tavola
e chiese un po' di vino
ma la sua bocca era sigillata
e non aveva mani.
I suoi capelli bianchi
erano appoggiati nel piatto
e riposavano nella zuppa di pesce.
Volle ricordare alcuni parenti lontani
e qualche conoscente che non era più
su questa terra.
Passò la sera un po' pensierosa
ed evitò di alzarsi per sparecchiare
perché le gambe che non aveva
le facevano male
per il cambio del tempo.
Al momento stabilito
vennero aperti i regali
e lei
anche se non aveva più occhi
sorrise.

CANTO E CONTROCANTO

A Rada, senza possibilità d'errore.

Da più di dodici anni
ci muoviamo e ci abbracciamo
in questa poesia.
Su e giù per questi versi
viaggiamo e riposiamo.
In qualche strofa siamo tristi
in altre siamo note d'allegria.
In qualche verso centrale
dove c'è la parola desiderio
stanno crescendo dei figli
e un po' più avanti
in qualche metafora che va e che viene
trasformerò questa poesia
in un poema epico
perché la sua lettura duri a lungo
come la rima d'amore che ci avvolge.

COMPLEANNI

Ogni regalo aperto
è una meraviglia costante
un'attesa febbrile
una speranza e un gesto.
Ogni regalo aperto
è un passo in più
verso il traguardo definitivo
del nostro gioco dell'oca.
Lanci i dadi
apri il pacchetto
e la morte sorridendo
ti accoglie a braccia aperte.
Morale:
non giocate a dadi
e imparate a ritirarvi in tempo
anche se non serve assolutamente
a niente.

PIETRO E IL GALLO

Per tre volte hai tradito
proprio quando cantava il gallo.

Per tre volte hai tradito te stesso
nella voce del gallo e della notte.

Per tre volte hai guardato l'abisso
mentre il gallo riempiva il suo petto.

Per tre volte hai rinnegato il tuo Signore.

Ma se quel gallo si fosse trovato una gallinella
disponibile a fare un buon brodo
sicuramente la storia avrebbe preso un'altra piega.

L'ARCA DI NOE'

Queste nuvole oscure
hanno coperto definitivamente il sole.
Nella speranza di tempi migliori
ho aperto le porte di quest'arca
ma non avevo con che pagare un buttafuori.
Dentro c'è di tutto:
animali e piante,
uomini e donne,
transessuali e travestiti,
guerre giuste e guerre sante,
carestie e condanne a morte,
stupri di massa e pulizie etniche.
Al cellulare mi avvisano che è ora di partire.
Guardo l'orizzonte che annega nell'universo
e odio tutta questa pioggia
che continua a cadere nel mio caffè.

SOMMA DI AUTUNNI

Appena nati
apriamo bocca e polmoni
per respirare.
A cinque anni
tutto è scoperta e meraviglia
e sogniamo a bocca aperta.
A vent'anni
apriamo la bocca
ingordi
per avere tutto.
A quarant'anni
iniziamo a ricordare a bocca aperta
appesantiti dalla pancia e dal passato.
A sessant'anni
con la bocca aperta e pochi denti
diventiamo scettici e tristi
un po' cinici
a volte depressi e pessimisti.
A ottant'anni
ascoltiamo le ultime parole
con occhi muti
e la bocca aperta e piena di terra.

NUOVO CREDO

Non credo alle verità di divinità contorte
Non credo ai vestiti attillati
sulla pelle di cinquantenni panciuti
Non credo alle pagliacciate
dei politicanti di turno
Non credo nell'amore
della coppia aperta
Non credo nel perdono
per chi della cattiveria
ne ha fatto un'arte
Non credo a San Tommaso
che non crede se non vede
e non credo nemmeno
a chi crede senza vedere
Non credo che gli ultimi saranno i primi
ma spero proprio che i primi
prima o poi provino ad essere ultimi
Non credo che gli animali
non abbiano un'anima
e nemmeno che certi uomini
non abbiano un'anima da animali
Non credo che tutto sia bianco o nero
e per questo canto il rosso del sangue
e i colori del buio specchio della notte
Non credo che la fortuna sia cieca ma
come ha già detto qualcuno
è la sfiga che ci vede benissimo
Per me tutto continua ad essere
il contrario di tutto
Credetemi

EREDITA'

Sono nato sotto la dura pietra
di esili volontari.
Senza radici mescolo le mie ombre.
Mi gioco tutto quel che posso
tra parole e fuoco
promesse e addii
perché in fin dei conti
c'è sempre un altro posto,
esiste sempre un'altra pace
e un'altra lingua.

L'ORACOLO

La pioggia ha un nome segreto
che ti aspetta
tra gli stracci della strada.
Nome incurabile
di frontiera e brandelli,
ossicini di memoria,
vuote serrature.
Rischia senza incertezze
il tuo pezzettino di carne
e continua a cantare e respirare
sulla pagina umida
perché domani la pioggia sarà diversa.

MIRACOLI PORTATILI

C'è chi ammazza il tempo
e passa il resto del suo tempo
senza più tempo d'ammazzare.

C'è chi ha le labbra secche
e chi dopo averle curate
non saprebbe come usarle.

C'è chi colleziona ragazze
per mostrarle alle farfalle
e chi decide di non farsi cremare
per non abusare con gli zuccheri.

C'è chi vuole la botte piena e la moglie ubriaca
e chi la botte la svuota perché ha la moglie astemia.

C'è chi si masturba con le riviste di moda
per tenersi in allenamento.

C'è chi c'è
e resta sempre chi se n'è andato
a patto di aver lasciato
anche solo un pizzico d'amore
e un buon ricordo.

LA MASNADA DEGLI INVISIBILI

Ci daremo appuntamento a Babilonia
noi sguatteri da quattro soldi
poeti nostalgici di quarta categoria senza arte
amanti dementi senza amore né parte.
Viaggeremo nei carri merci
vomiteremo il vino peggiore
e ci bagneremo sotto la pioggia più triste.
Ma arriveremo puntuali a Babilonia
con i nostri pochi averi
quattro cianfrusaglie consumate
vestiti logori e sogni meravigliosi.
Entreremo tra due ali di folla
festeggiati e sporchi
perché contro tutto e tutti
siamo vivi e veri.

VUOTI A PERDERE

Dopo l'ultima pagina
si apre l'uragano nero e selvaggio.
La grassa risata del mare
s'infrange sulla riva di carta
come un'altalena demente.
In lontananza
chiuso tra due pagine in bianco
solo un miraggio caotico
irrefrenabile e astratto
perfido e sapiente
fanatico e inopportuno.
All'entrata del silenzio
sprofondiamo nello sputo di Dio.

REGOLE DEL GIOCO

E' di nuovo l'ora di rimboccarsi le maniche
senza stordirsi con false biografie
senza drogarsi con meriti altrui.

C'ero anch'io quando crearono il mondo
e c'ero anche prima, quando lo stavano preparando.
C'ero anch'io durante le orge pagane,
mentre costruivano le Piramidi,
mentre innalzavano la Grande Muraglia,
mentre ardeva la Biblioteca di Alessandria,
mentre Mosè riceveva le Tavole delle Leggi.

C'ero anch'io sotto un ombrello
durante il Diluvio Universale.
Servivo a tavola durante l'ultima cena.
e c'ero anch'io mentre scrivevo le mie Memorie.

A volte la vita sembra una corrida senza toro,
una tromba sfiatata,
una chiesa senza coro.
In questa vita così light
L'unico premio meritato
è quello che non arriverà mai.

In un orologio mi scopro
e dall'orologio mi nascondo.
Sfidando me stesso - spesso controvoglia -
sopporto a malapena
tutto il tempo che resta
per rimboccarsi le maniche.

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