Francesca Genti

Francesca Gentiè mio nonno.
è un geometra.
e in mano ha una piantina.

qui ci mette degli alberi
qui un campo di papaveri
qui tre vasi grandi
in fondo il mare.

stende la ghiaia sopra il sentiero.

qui ci mette una casa
con dentro il carbone per natale.

a destra un forno per le grigliate
due panchine per le risate
più in là altri alberi
poi altri papaveri.

in fondo ancora un cimitero.

prende la colla
prende la scala
sale nel cielo
ci appiccica il sole.

scende la scala
entra dal balcone
sopra il mio letto
ci appiccica l'amore.

(dentro la cucina
le scatole di stelle
lo stanno ad aspettare

ognuna sorride
da dentro il cartone:
non vedono l'ora
di farsi mangiare).

LA MIA PARTE DISTRUTTIVA

è mia nonna
va alle feste
e si spacca le mani.

le piace guardare
dai ponti desolati
paesaggi molto strani.

è molto bella, lei
e alle feste importanti
gli uomini grandi
la guardano ammirati.

si siede da sola
e nel sole che cade
ripete ossessiva:
"non è colpa delle fate

se l'estate finisce
dentro incendi dolosi
se gli amori dolorosi
si rivelano rose".

(con poche spine
di un colore artificiale
senza ragioni plausibili
per far davvero male).

BELLO SPAZIO

arredato bene
bei divani
su cui litigare,

bella sedia
panciuta e ondulata
accogliente
su cui sprofondare,

frigo argento
con buoni cibi
succulenti
da mangiare,

bagno pulito
con specchi lucenti
seducenti
da fissare.

(lavandino
con due rubinetti
ideale
per vomitare:

la carne le crisi
i litigi i sospetti
le ore d'amore
digerite male.)

NEL MANICOMIO DELLA PRIMAVERA

c'è una merceria.
vende tre nastri colorati.

quello rosso
per legare
strettamente
il sangue al cuore.

quello blu
da appiccicare
sopra i pensieri
sconsiderati.

quello giallo
per unire:
mani e polsi
le tue lettere d'amore
cartoline dell'infanzia
polaroid dimenticate.

documenti del Destino
con le firme autenticate.

(che ti salvano la vita
quando entri senza nome
nel cortile senza sole
dell'ospizio dell'estate).

 

MAGLIONE GRIGIO E BLU COLOR DEL MARE

nuovo
di cotone misto acrilico
non tanto soffice
indefinito

sei sfuggente
non ti riesco a decifrare
non mi proteggi
mi fai sudare

hai il collo slabbrato
e non ti voglio indossare
perché mi fai schifo:
sei troppo materiale.

al massimo puoi servirmi
a lucidare mobili
piastrelle silenziose
immobili cornici decorose

a togliere la polvere
giù dallo scaffale

(non certo dal mio involucro
le macchie del peccato originale).

ORRIBILE MASTURBAZIONE

farcita di livore
senza costrutto né passione
ma solo convulsioni di dolore.

simile ad una tartaruga sulla schiena
ad un’operazione a cuore aperto
a un’allucinazione sotto il cielo.

un orologio fermo
un frullato di code di scorpione
un veleno che ottunde la ragione

che la merda
al confronto
ha un buon sapore.

Francesca Genti è nata a Torino nel 1975. Ora vive a Milano. Nel 1999 partecipa a Ricercare ’99-laboratorio di nuove scritture, a Reggio Emilia. Nel 2001, come finalista del Premio Delfini, pubblica la plaquette Bimba Urbana. La raccolta di tutte le sue poesie è di prossima pubblicazione presso l’editore Meridiano Zero. Con la poetessa Anna Lamberti Bocconi si esibisce nelle manifestazioni di teatro di strada con L’oracolo poetico, una performance che unisce poesia e lettura dei tarocchi .