Alfonso Gatto

I primi freddi e l'ultimo tepore
dell'ottobre marino, la canaria
nel suo scialle di brividi ne muore
teneramente, quasi fatta d'aria
e di luce e di nulla, solitaria
cerula voce del posteggiatore
al suo filo di grazia, ma la varia
tristezza del suo volgere all'amore
il sollievo dell'anima è nel vento
prima di sera, ancora chiaro: porta
al largo la memoria ch'ebbe un volto,
un nome che ritorna dall'ascolto,
invocata distanza, luna sorta
dal nulla agli occhi dell'incantesimo.

L'ALBA

Sorgeva l'alba, le finestre chiare
sulla neve notturna, e già la rosa
del vento nella luce apriva il mare
al tratteggio dei gessi, alla mimosa
del sole giallo come fune: tutto
era memoria e oblio, quieto latte
di sonno, e come un'ombra vaga il lutto
delle fiorite nuvole distratte.

IN UN SOFFIO

Risvegliare dal nulla la parola.
E' questa la speranza della morte
che vive del suo fumo quando è sola,
del silenzio che ventila le porte.
Il passato non cessa di passare
e l'odore che sparve è l'aria calda
che ferma gli oleandri lungo il mare
in un soffio di mandorla e di cialda.

Nato a Salerno nel 1909 da una famiglia di marinai di origini calabresi, frequentò l'università di Napoli senza però laurearsi. Lavorò come commesso, come istitutore di collegio, correttore di bozze ed infine divenne giornalista. A partire dal 1943 fece parte della Resistenza. Oltre che poeta fu anche scrittore e, in particolare, scrisse testi per l'infanzia. Negli ultimi anni della vita si dedico' alla critica dell'arte e della pittura. Mori' a Orbetello (Grosseto) nel 1976, in un incidente d'auto.

Fra le sue opere:

Isola, Libreria del novecento-Napoli 1932
Amore della vita, Rosa e ballo-Milano 1944
Il capo sulla neve, Milano-Sera-Milano 1949
La madre e la morte, Critone-Lecee 1950
La forza degli occhi, Milano 1954
Desinenze, Mondadori- Milano 1977